«Il gioco con Trump rafforza il regime»
Yavlinskij, fondatore dell’unico partito d’opposizione in Russia: «Positivi però gli sforzi per il negoziato con Kiev»
Avvenir, 1.04.2025
RAFFAELLA CHIODO KARPINSKY
«Fino all’autunno del 2022, la dichiarazione del nostro partito era una dichiarazione politica». Parte da qui, per il suo racconto, Gregorij Yavlinskij, fondatore di Yabloko, unico partito dell’opposizione rimasto in Russia. «In autunno diventò non solo un’esigenza morale, ma anche politico- militare. Corrispondeva alla nuova situazione strategica al fronte. Le truppe ucraine conseguivano successi a Kharkov e Kherson, la Russia si ritirava. L’Ucraina rafforzava la sua posizione e cresceva l’autorevolezza internazionale del suo presidente. Sarebbe stato allora possibile raggiungere accordi favorevoli, tenendo conto dell’equilibrio dei poteri e, cosa più importante, fermare l’uccisione di persone e la distruzione dell’Ucraina. A novembre, inviai una nota a papa Francesco tramite l’ambasciata vaticana a Mosca. Credevo che l’influenza di una figura neutrale e autorevole potesse svolgere un ruolo. L’iniziativa fu accolta positivamente: il Papa s’impegnò attivamente e fin dall’inizio della guerra non ha mai perso un’occasione per invocare la tregua e la pace. Recentemente si è saputo che allo stesso tempo il capo di stato maggiore congiunto Usa, generale Milley, parlò dell’opportunità militare di concludere un accordo per il cessate il fuoco. Il presidente Biden ha poi espresso preoccupazione per l’elevato rischio di un conflitto nucleare e gli Usa ebbero consultazioni con la Russia. I leader europei, al contrario, chiedevano la continuazione della guerra e la “vittoria sul campo di battaglia”. Ritengo si trattò di un errore di calcolo. Si perse il momento in cui si doveva raggiungere un cessate il fuoco e avviare i negoziati per una tregua. Per questo è stato pagato un prezzo terribile: vite umane e distruzione su larga scala».
Cos’hanno prodotto le sanzioni?
Le sanzioni sono naturalmente spiacevoli e dolorose per l’economia, ma l’effetto sperato dai loro autori non c’è stato. Molte aziende hanno lasciato il Paese, ma il loro posto l’hanno preso imprese locali. Naturalmente, non hanno potuto sostituirle del tutto e i prodotti non sono di così alta qualità. Ma senza concorrenza, è cresciuta. Da qui i tassi di crescita dell’economia russa, non solo grazie al complesso militare-industriale. Sono emersi anche sistemi occulti per eludere le sanzioni. Se le sanzioni fossero state in vigore 20 anni, avrebbero potuto avere qualche impatto. Ma si parla già della cancellazione. Al contempo, l’Europa non ha rifiutato forniture russe e la Russia continua a avere ingenti entrate. Resta a livello mondiale sede di materie prime e come tale sarà sempre richiesta.
Cosa pensa delle relazioni tra la Russia e gli Usa di Trump?
Il sistema sovietico con Gorbaciov si allontanò dal modello totalitario-comunista: ci fu una profonda trasformazione, basata su valori e ideali democratici e umani. Ora è completamente diverso. Assistiamo a una transizione verso un pragmatismo cinico nelle relazioni tra Russia e Stati Uniti. L’interazione di Putin conTrump non cambia il sistema politico russo. Al contrario, rafforza il modello oligarchico e semi-criminale formatosi per il fallimento delle riforme degli anni Novanta.
Che effetto ha il rapporto Trump-Putin sull’Ucraina e in generale?
Appoggio fermamente qualsiasi negoziato per un cessate il fuoco e appoggio gli sforzi di Trump in questa direzione. Ma si tratta di un processo molto complesso: non ci si può aspettare che, in una situazione giunta a tal punto, si possa rapidamente concordare su tutto. Servono pazienza e comprensione. La cosa principale è che la ricerca di soluzioni reali continui. Tuttavia, è chiaro che i leader europei non sono solo scettici su questi sforzi, ma si aspettano anche che falliscano. Molti organi d’informazione europei spingono la situazione verso un’escalation e una grande guerra.
Il suo partito ha resistito nel Paese, non ha abbandonato i cittadini…
Ci auguriamo che col tempo la gente in Russia capisca. Anche secondo i dati ufficiali, da un quarto a un terzo dei cittadini russi non ha sostenuto e non sostiene le azioni delle autorità in Ucraina. E secondo gli stessi sondaggi, due terzi dei russi sono ora favorevoli al cessate il fuoco.
Cosa si aspetta da istituzioni, società civile e politici europei?
Rispettiamo l’Europa, storicamente e culturalmente. La Russia è un Paese europeo e noi siamo sempre stati e saremo un partito filoeuropeo. Crediamo che l’avvicinamento della Russia all’Europa non abbia alternative. Ci auguriamo che sia la società civile che i politici europei si schierino dalla parte della pace e partecipino alla sua definizione. Ora la cosa principale è raggiungere un cessate il fuoco e poi avviare i negoziati di pace. Nel lungo termine sarà necessario un nuovo accordo sull’ordine internazionale, simile all’accordo di Helsinki 1975.
Posted: April 2nd, 2025 under Foreign policy, Russia-Eu relations, Russia-Ukraine relations, Russia-US Relations.