Congresses and Docs

Memorandum of Political Alternative, an updated version of 1.03.2019

Memorandum of Political Alternative

YABLOKO's Ten Key Programme Issues

THE DEMOCRATIC MANIFESTO

YABLOKO's Political Platform Adopted by the 15th Congress, June 21, 2008

The 18th Congress of YABLOKO

RUSSIA DEMANDS CHANGES! Electoral Program for 2011 Parliamentary Elections.

Key resolutions by the Congress:

On Stalinism and Bolshevism
Resolution. December 21, 2009

On Anti-Ecological Policies of Russia’s Authorities. Resolution of the 15th congress of the YABLOKO party No 253, December 24, 2009

On the Situation in the Northern Caucasus. Resolution of the 15th congress of the YABLOKO party No 252, December 24, 2009

YABLOKO's POLITICAL COMMITTEE DECISIONS:

YABLOKO’s Political Committee: Russian state acts like an irresponsible business corporation conducting anti-environmental policies

 

Overcoming bolshevism and stalinism as a key factor for Russia¦µ™s transformation in the 21st century

 

On Russia's Foreign Policies. Political Committee of hte YABLOKO party. Statement, June 26, 2009

 

On Iran’s Nuclear Problem Resolution by the Political Committee of the YABLOKO party. October 6, 2009

 

Anti-Crisis Proposals (Housing-Roads-Land) of the Russian United Democratic Party YABLOKO. Handed to President Medvedev by Sergei Mitrokhin on June 11, 2009

Brief Outline of Sergei Mitrokhin’s Report at the State Council meeting. January 22, 2010

 

Assessment of Russia’s Present Political System and the Principles of Its Development. Brief note for the State Council meeting (January 22, 2010) by Dr.Grigory Yavlinsky, member of YABLOKO’s Political Committee. January 22, 2010

 

Address of the YABLOKO party to President of the Russian Federation Dmitry Medvedev. Political Committee of the YABLOKO party. October 9, 2009

 

The 17th Congress of YABLOKO

 

 

 

The 16th Congress of Yabloko

Photo by Sergei Loktionov

The 12th congress of Yabloko


The 11th congress of Yabloko


The 10th congress of Yabloko

Moscow Yabloko
Yabloko for Students
St. Petersburg Yabloko
Khabarovsk Yabloko
Irkutsk Yabloko
Kaliningrad Yabloko(eng)
Novosibirsk Yabloko
Rostov Yabloko
Yekaterinburg Yabloko
(Sverdlovsk Region)

Krasnoyarsk Yabloko
Ulyanovsk Yabloko
Tomsk Yabloko
Tver Yabloko(eng)
Penza Yabloko
Stavropol Yabloko

Action of Support

 

Archives

SOON!

FOR YOUR INTEREST!

Programme by candidate for the post of Russian President Grigory Yavlinsky. Brief Overview

My Truth

Grigory Yavlinsky at Forum 2000, Prague, 2014

Grigory Yavlinsky : “If you show the white feather, you will get fascism”

Grigory Yavlinsky: a coup is started by idealists and controlled by rascals

The Road to Good Governance

Risks of Transitions. The Russian Experience

Grigory Yavlinsky on the Russian coup of August 1991

A Male’s Face of Russia’s Politics

Realeconomik

The Hidden Cause of the Great Recession (And How to Avert the Nest One)

by Dr. Grigory Yavlinsky

What does the opposition want: to win or die heroically?
Moskovsky Komsomolets web-site, July 11, 2012. Interview with Grigory Yavlinsky by Yulia Kalinina.

Lies and legitimacy
The founder of the Yabloko Party analyses the political situation. Article by Grigory Yavlinsky on radio Svoboda. April 6, 2011

Algorithms for Opposing Gender Discrimination: the International and the Russian Experience

Is Modernisation in Russia Possible? Interview with Grigory Yavlinsky and Boris Titov by Yury Pronko, "The Real Time" programme, Radio Finam, May 12, 2010

Grigory Yavlinsky's interview to Vladimir Pozner. The First Channel, programme "Pozner", April 20, 2010 (video and transcript)

Overcoming the Totalitarian Past: Foreign Experience and Russian Problems by Galina Mikhaleva. Research Centre for the East European Studies, Bremen, February 2010.

Grigory Yavlinsky: Vote for the people you know, people you can turn for help. Grigory Yavlinsky’s interview to the Moskovsky Komsomolets newspaper, October 8, 2009

Grigory Yavlinsky: no discords in the tandem. Grigory Yavlinsky’s interview to the Radio Liberty
www.svobodanews.ru
September 22, 2009

A Credit for Half a Century. Interview with Grigory Yavlinsky by Natalia Bekhtereva, Radio Russia, June 15, 2009

Sergei Mitrokhin's Speech at the meeting with US Preseident Barack Obama. Key Notes, Moscow, July 7, 2009

Mitrokhin proposed a visa-free regime between Russia and EU at the European liberal leaders meeting
June 18, 2009

Demodernization
by Grigory Yavlinsky

Reforms that corrupted Russia
By Grigory Yavlinsky, Financial Times (UK), September 3, 2003

Grigory Yavlinsky: "It is impossible to create a real opposition in Russia today."
Moskovsky Komsomolets, September 2, 2003

Alexei Arbatov: What Should We Do About Chechnya?
Interview with Alexei Arbatov by Mikhail Falaleev
Komsomolskaya Pravda, November 9, 2002

Grigory Yavlinsky: Our State Does Not Need People
Novaya Gazeta,
No. 54, July 29, 2002

Grigory Yavlinsky: The Door to Europe is in Washington
Obschaya Gazeta, May 16, 2002

Grigory Yavlinsky's speech.
March 11, 2002

Grigory Yavlinsky's Lecture at the Nobel Institute
Oslo, May 30, 2000

IT IS IMPORTANT!

 

Position on Some Important Strategic Issues of Russian-American Relations

Moscow, July 7, 2009

The Embrace of Stalinism

By Arseny Roginsky, 16 December 2008

Nuclear Umbrellas and the Need for Understanding: IC Interview With Ambassador Lukin
September 25, 1997

Would the West’s Billions Pay Off?
Los Angeles Times
By Grigory Yavlinsky and Graham Allison
June 3, 1991

«Il gioco con Trump rafforza il regime»

Yavlinskij, fondatore dell’unico partito d’opposizione in Russia: «Positivi però gli sforzi per il negoziato con Kiev»

Avvenir, 1.04.2025

RAFFAELLA CHIODO KARPINSKY

«Fino all’autunno del 2022, la dichiarazione del nostro partito era una dichiarazione politica». Parte da qui, per il suo racconto, Gregorij Yavlinskij, fondatore di Yabloko, unico partito dell’opposizione rimasto in Russia. «In autunno diventò non solo un’esigenza morale, ma anche politico- militare. Corrispondeva alla nuova situazione strategica al fronte. Le truppe ucraine conseguivano successi a Kharkov e Kherson, la Russia si ritirava. L’Ucraina rafforzava la sua posizione e cresceva l’autorevolezza internazionale del suo presidente. Sarebbe stato allora possibile raggiungere accordi favorevoli, tenendo conto dell’equilibrio dei poteri e, cosa più importante, fermare l’uccisione di persone e la distruzione dell’Ucraina. A novembre, inviai una nota a papa Francesco tramite l’ambasciata vaticana a Mosca. Credevo che l’influenza di una figura neutrale e autorevole potesse svolgere un ruolo. L’iniziativa fu accolta positivamente: il Papa s’impegnò attivamente e fin dall’inizio della guerra non ha mai perso un’occasione per invocare la tregua e la pace. Recentemente si è saputo che allo stesso tempo il capo di stato maggiore congiunto Usa, generale Milley, parlò dell’opportunità militare di concludere un accordo per il cessate il fuoco. Il presidente Biden ha poi espresso preoccupazione per l’elevato rischio di un conflitto nucleare e gli Usa ebbero consultazioni con la Russia. I leader europei, al contrario, chiedevano la continuazione della guerra e la “vittoria sul campo di battaglia”. Ritengo si trattò di un errore di calcolo. Si perse il momento in cui si doveva raggiungere un cessate il fuoco e avviare i negoziati per una tregua. Per questo è stato pagato un prezzo terribile: vite umane e distruzione su larga scala».

Cos’hanno prodotto le sanzioni?

Le sanzioni sono naturalmente spiacevoli e dolorose per l’economia, ma l’effetto sperato dai loro autori non c’è stato. Molte aziende hanno lasciato il Paese, ma il loro posto l’hanno preso imprese locali. Naturalmente, non hanno potuto sostituirle del tutto e i prodotti non sono di così alta qualità. Ma senza concorrenza, è cresciuta. Da qui i tassi di crescita dell’economia russa, non solo grazie al complesso militare-industriale. Sono emersi anche sistemi occulti per eludere le sanzioni. Se le sanzioni fossero state in vigore 20 anni, avrebbero potuto avere qualche impatto. Ma si parla già della cancellazione. Al contempo, l’Europa non ha rifiutato forniture russe e la Russia continua a avere ingenti entrate. Resta a livello mondiale sede di materie prime e come tale sarà sempre richiesta.

Cosa pensa delle relazioni tra la Russia e gli Usa di Trump?

Il sistema sovietico con Gorbaciov si allontanò dal modello totalitario-comunista: ci fu una profonda trasformazione, basata su valori e ideali democratici e umani. Ora è completamente diverso. Assistiamo a una transizione verso un pragmatismo cinico nelle relazioni tra Russia e Stati Uniti. L’interazione di Putin conTrump non cambia il sistema politico russo. Al contrario, rafforza il modello oligarchico e semi-criminale formatosi per il fallimento delle riforme degli anni Novanta.

Che effetto ha il rapporto Trump-Putin sull’Ucraina e in generale?

Appoggio fermamente qualsiasi negoziato per un cessate il fuoco e appoggio gli sforzi di Trump in questa direzione. Ma si tratta di un processo molto complesso: non ci si può aspettare che, in una situazione giunta a tal punto, si possa rapidamente concordare su tutto. Servono pazienza e comprensione. La cosa principale è che la ricerca di soluzioni reali continui. Tuttavia, è chiaro che i leader europei non sono solo scettici su questi sforzi, ma si aspettano anche che falliscano. Molti organi d’informazione europei spingono la situazione verso un’escalation e una grande guerra.

Il suo partito ha resistito nel Paese, non ha abbandonato i cittadini…

Ci auguriamo che col tempo la gente in Russia capisca. Anche secondo i dati ufficiali, da un quarto a un terzo dei cittadini russi non ha sostenuto e non sostiene le azioni delle autorità in Ucraina. E secondo gli stessi sondaggi, due terzi dei russi sono ora favorevoli al cessate il fuoco.

Cosa si aspetta da istituzioni, società civile e politici europei?

Rispettiamo l’Europa, storicamente e culturalmente. La Russia è un Paese europeo e noi siamo sempre stati e saremo un partito filoeuropeo. Crediamo che l’avvicinamento della Russia all’Europa non abbia alternative. Ci auguriamo che sia la società civile che i politici europei si schierino dalla parte della pace e partecipino alla sua definizione. Ora la cosa principale è raggiungere un cessate il fuoco e poi avviare i negoziati di pace. Nel lungo termine sarà necessario un nuovo accordo sull’ordine internazionale, simile all’accordo di Helsinki 1975.